GIU' LA MASCHERA, DARTH! Due occhi in cerca di una faccia Se al termine del Ritorno dello Jedi si era tutti quanti convinti che il protagonista assoluto della trilogia originale fosse il mitico, lasciatemelo dire, Luke Skywalker, ebbene, siamo destinati almeno in parte a ricrederci. Già, perché con il compimento della nuova trilogia, la saga di Star Wars apparirà, almeno questa è la ben nota intenzione di George Lucas e della produzione, come un unico film di dodici ore in cui il filo conduttore dellintera storia sarà il racconto della vita di Anakin Skywalker ovvero di Darth Vader. Eccolo, dunque, il vero protagonista di Star Wars! E dopo che abbiamo visto il bel caschettino biondo del piccolo Jake Lloyd sopra quello sguardo da boy-scout, lansimante maschera di Darth Vader già non ci appare più con gli stessi occhi. Gli occhi... quegli occhi che non è così difficile scorgere di sfuggita in qualche inquadratura di sbieco della trilogia originale, dietro le scure lenti integrate nel casco nero. "Eyes without a face", cantava Billy Idol un po di anni fa. Occhi senza una faccia. Occhi che, magari, andando a Londra come semplici turisti, avete incrociato passeggiando per Piccadilly Circus, ma che non vi hanno detto un accidente di niente. E invece quello era Lord Darth Vader! A saperlo... Il Carneade della Galassia
David Prowse, che nella trilogia originale ha prestato i suoi abbondanti muscoli al servizio del Signore del Lato Oscuro, è in pratica lattore più famoso del mondo, con la faccia più sconosciuta del mondo. Agghiacciante, a pensarci bene. Terribile, questo è sicuro, almeno dal suo punto di vista. Il fatto è che nellintera trilogia la faccia di David Prowse non è mai apparsa. Dico, proprio mai. Ecco, magari adesso cè qualcuno che salta su e dice: "E quando Luke gli leva la maschera al termine del Ritorno dello Jedi, dopo che ha ucciso lImperatore? Okay, è truccato e tutto quanto il resto, ma non è quella la sua faccia?" Ebbene, no! Quella non è la sua faccia. Roba da andarci in analisi. Se poi vi dicessi che le cose, sedici anni fa, sono andate anche peggio? Quel che è certo è che, dopo una simile premessa, non ci si meraviglia di sapere che David Prowse è stato per anni un tantino irritato con la Lucasfilm e che ultimamente, sulla scorta delluscita del nuovo film, in un rigurgito di anonima popolarità, ha rilasciato interviste che non andavano mica tanto per il sottile. Ma insomma, per la galassia, David Prowse chi è costui? Il sogno di Mr. Universo Inglese, di Bristol, classe 1935, alletà di tredici anni David fu messo tragicamente di fronte al rischio di una tubercolosi alle ginocchia che lo costrinse a tenere per tre anni dei sostegni ortopedici alle gambe, un po come quelli di Forrest Gump, per intenderci. Come spesso accade, quella che sulle prime aveva tutta laria di una terribile disgrazia, segnò invece la svolta della sua vita. Quando i medici gli dissero che avevano scherzato, ovvero che in realtà non cera alcun pericolo e che poteva finalmente liberarsi da quella prigione articolare, il suo fisico era ormai indebolito. Per cui gli venne caldamente consigliato di intraprendere un severo regime di esercizi fisici per compensare latrofia muscolare derivata dalla costrizione ortopedica. Fu così che David scoprì il mondo del fitness in generale, e quello del body-building in particolare, cui si dedicò anima e, soprattutto, corpo per ben nove anni, durante i quali si allenò per conquistarsi un posto alla selezione di Mr. Universo, che nel frattempo era diventato il suo chiodo fisso. Una volta entrato a far parte della Top 20 dei body-builder britannici gli si schiusero le porte del concorso, ma, pur non avendolo vinto, sunito dopo Prowse realizzò che era completamente sbagliato allenarsi per farsi venire dei muscoli enormi senza poi farci niente. Per questo negli anni successivi orientò la sua attività sportiva al sollevamento pesi, nellambito della quale conquistò il titolo di Campione Britannico per tre anni consecutivi, nel 62, 63 e 64, anno in cui si ritirò, dopo che non era riuscito a qualificarsi per i Giochi Olimpici. Usa la Forza, Dave! In un destino simile, anche se non altrettanto fortunato, a quello di Arnold Schwarzenegger che iniziò anchegli la sua carriera come body-builder, in quegli anni Prowse cominciò ad essere incuriosito e attirato dal mondo dello spettacolo. Dopo il suo ritiro dalle competizioni di sollevamento, il futuro Darth Vader allestì uno show che portò in giro per il Regno Unito per quattro o cinque anni, in cui si definiva "British Strongest Man" e in cui sorprendeva gli spettatori con unesibizione di forza. Dopo aver partecipato agli Highland Games, ed essersi piazzato terzo, Prowse decise di appendere una volta per tutte i muscoli al chiodo, di aprire una palestra tutta sua e di provare sul serio ad entrare nello showbusiness. Cominciò apparendo in alcuni spot televisivi e conquistando piccoli ruoli in diversi telefilm di cui lInghilterra degli anni 60 era una vera potenza mondiale.
Ad ogni modo, a prescindere dal suo talento come attore, Prowse aveva certamente il fisico, e fu proprio il suo fisico che gli aprì le porte del grande schermo. Un attore... mostruoso! Lapproccio fu con Casino Royale, il Bond apocrifo del 1967 con David Niven, in cui Prowse ottenne la parte per unapparizione nei panni della creatura di Frankenstein, per la quale il suo nome non venne neanche citato nei titoli di coda. Ma il mostro creato da Mary Shelley evidentemente doveva essergli rimasto dentro, perché ottenne di interpretare la famigerata Creatura per altre due volte. La prima in occasione di una trasposizione non proprio memorabile, intitolata Gli orrori di Frankenstein (The Horror of Frankenstein, di J. Sangster - 1970), mentre quattro anni più tardi, fu la volta del migliore Frankenstein e i Mostri dellInferno (Frankenstein and the Monster from Hell, di Terence Fisher), in cui conobbe Peter Cushing che allora era il protagonista nella parte del Barone Von Frankenstein, e che Prowse avrebbe incontrato di nuovo qualche anno dopo sul set di Star Wars, nella parte del Grand Moff Tarkin. Ci furono poi altre sue apparizioni in Carry on Henry (1971) dove impersonava un torturatore e in Vampire Circus (1972) dove, guardacaso, faceva luomo forzuto. Ma il lavoro che, pur non avendogli dato alcuna notorietà presso il pubblico, lo portò allattenzione di George Lucas, fu un altro. Sulle stelle a bordo di unarancia Una delle pellicole più
famose della storia del cinema. Una storia memorabile e agghiacciante. Un regista geniale.
Un film culto. Molti di voi probabilmente si ricordano di quel personaggio che, per il
tempo in cui rimane in campo, proferisce solo una o due battute. Lo si vede entrare
nellinquadratura da sinistra, in canottiera, mini shorts attillati rossi e scarpe da
ginnastica, mentre gonfia i muscoli su una panca, lo sguardo celato dietro un ampio paio
di occhiali dalla spessa montatura nera. David Prowse è Julien, la guardia del corpo di
Frank Alexander (lattore Patrick Magee), luomo al quale Alex e i suoi Drughi
brutalizzano la moglie e che, rimasto su una sedia a rotelle, consuma la sua vendetta
sulla nona del mitico Ludovico Van. Già, proprio quellArancia Meccanica lì.
Regia di Stanley Kubrick. E quelluomo che, quasi teneramente, prende in braccio
Alex, dopo che è stato pestato a sangue dai suoi ex-compagni di scorribande, è proprio
Darth Vader. Quando cinque anni più tardi, George Lucas lo chiamò per offrirgli una
parte, alla fine del colloquio, quando la parte di Darth Vader era già sua, Prowse non
resistette alla curiosità e gli chiese: "Comè che hai conosciuto il mio
nome?". Il destino in una maschera Il suo agente lo aveva chiamato alla fine del 1975 dicendogli che un giovane regista americano, tale George Lucas, avrebbe desiderato parlargli. I due si incontrarono nel 1976 presso gli uffici della 20th Century Fox, dove Lucas gli disse che stava per girare un film, che aveva da offrirgli una parte, e che avrebbe potuto addirittura scegliere tra due alternative. Prowse pensò che era meraviglioso avere la possibilità di scegliersi il ruolo. "Come si intitola il film?", chiese. "Star Wars," rispose Lucas, "è una specie di opera fantasy-spaziale".
Alla corte dellImperatore Secondo affermazioni rilasciate in numerose interviste, non ci fu niente di memorabile nella lavorazione di Star Wars, e nemmeno negli altri due film. Lucas concesse a Prowse la massima libertà creativa nellinterpretazione dei gesti e dei movimenti dellOscuro Signore, al punto che solo in un caso una scena dovette essere girata di nuovo, e soltanto perché Prowse stava camminando troppo velocemente e la macchina da presa non riusciva a stargli dietro. A detta di Prowse ci furono poi anche dei momenti particolarmente divertenti, quando per esempio, erano tutti di fronte al blue screen quando il pianeta Alderaan veniva fatto saltare dalla Morte Nera. E mentre gli altri attori dovevano assumere unespressione drammatica, congrua alla situazione, e Leia/Carrie Fisher si dimenava e insultava Tarkin/Peter Cushing per la cancellazione dalluniverso del suo pianeta natale, lui, dietro la maschera, rideva. Fu solo al termine della lavorazione di Star Wars che sorsero i primi veri problemi tra Prowse e la Lucasfilm, perché nessuno si preoccupò di informarlo di un certo fatto. Prowse lo scoprì solo alluscita del film, quando Russ Meyer, che lo aveva diretto nel film Slaves, gli disse che la sua voce era stata doppiata. Il fantoccio del Lato Oscuro Ovviamente, Prowse era ben conscio di quello che aveva sottoscritto quando aveva firmato il contratto e aveva concesso alla produzione di doppiare la sua voce qualora fosse stato giudicato necessario. Il problema fu nel modo in cui la Lucasfilm e la 20th Century Fox, gestirono la questione. Ovvero non la gestirono affatto. Prowse si ritrovò così al cinema per scoprire che la voce sovrapposta alleffetto del respiratore artificiale, con quella caratteristica che, insieme allinconfondibile maschera, avrebbe reso il personaggio così unico e celebre, effettivamente non era la sua, ma di James Earl Jones. E una cosa del genere non deve avergli fatto mica tanto piacere. In un colpo David Prowse era stato cancellato. David Prowse non esisteva più. Nessun tratto avrebbe più potuto distinguerlo. Era stato ridotto ad anonimo burattinaio che, celato dietro un drappo nero, si doveva limitare a tirare i fili del Signore del Lato Oscuro. E, pur nella tragicomicità della situazione, fu una conseguenza ovvia che, quando veniva avvicinato a qualche convention o incontro con i fans e veniva finalmente presentato come la vera anima di Darth Vader, la gente invariabilmente rispondeva: "Oh, e io che pensavo fosse James Earl Jones!" E correva pure il rischio che si mostrassero un po delusi. Non ci si sorprenderebbe di scoprire che tuttora, in America, ce ne siano ancora molti, convinti di questo. Darth Vader litiga con Superman Appena smessi gli ansimanti panni di Darth Vader, nel 1978 Prowse impegnò tutte le sue forze per ottenere una parte davvero importante, quella di Superman, che, come tutti sanno, fu poi invece appannaggio di Christopher Reeve. Risoluto, si recò negli Studios dove stavano allestendo il set e cercò di convincere i produttori che sarebbe stato perfetto per il ruolo, ma quelli gli risposero che essendo un attore britannico, non era abbastanza americano per la parte e che solo un americano sarebbe stato accettato dai fans nei panni di Superman. E, tra laltro, pare che questa sia stata la medesima ragione con la quale anche Arnold Schwarzenegger fu cordialmente messo alla porta. Sempre che si possa chiamare consolazione, lunica cosa che Prowse ottenne fu quella di allenare Reeve per il film, perché lattore americano doveva mettere su parecchio peso e muscoli in sole sei settimane. Per le prime cinque settimane tutto filò liscio, mentre nellultima Prowse dovette recarsi in Medio Oriente e per questo lasciò a Reeve un accurato programma di allenamento per la settimana finale. Tuttavia, quando ritornò negli USA e fece visita al set, Reeve lo aggredì verbalmente, affibbiandogli la colpa per aver perso peso. Anche se in realtà tutti allo studio erano concordi nellaffermare che Reeve aveva davvero un bel fisico per la parte, i due litigarono aspramente e, alla fine, qualcuno consigliò a Prowse di "dargliela vinta" e il rapporto tra i due terminò burrascosamente lì. Padre, chi io?! Benché lantipatica faccenda del doppiaggio non lavesse certo messo nelle migliori disposizioni danimo, non fu difficile per David Prowse rassegnarsi in vista del secondo film della trilogia di Star Wars. Era pur sempre protagonista di una produzione grandiosa e stava scrivendo la storia del cinema. Se, infatti, durante la lavorazione di Star Wars tutto era stato una specie di gioco, nellImpero Colpisce Ancora, latmosfera era cambiata radicalmente. Lincredibile e inaspettato successo del primo film aveva messo addosso alla produzione una pressione senza precedenti, per un film che avrebbe dovuto battere il record dincasso di tutti i tempi. E dunque tutto fu un po più difficile. Un alone di segretezza circondava ogni aspetto del film, al punto che, solo al primo screening, Prowse scoprì che Darth Vader era il padre di Luke! Il lavoro tuttavia scivolò via piuttosto tranquillamente e LImpero Colpisce Ancora fu il film preferito da Prowse, anche grazie al regista Irvin Kershner, che si dimostrò assolutamente fantastico. Ma non sarebbe durata. Le cose sarebbero drammaticamente precipitate nel Ritorno dello Jedi. "Sul terzo ebbi dei problemi terribili", ha infatti affermato Prowse qualche tempo fa in unintervista a Starstore. "Io lho odiato, ho davvero odiato quel film". Il complotto... smascherato È abitudine consolidata di George Lucas dare ai suoi attori solo le pagine dello script in cui compaiono i loro personaggi, in modo da limitare al massimo ogni possibile fuga di notizie dal set. È stata la stessa cosa nellEpisodio I per Samuel L. Jackson, che per girare i pochi minuti della sua apparizione nel film, ha avuto sì e no due paginette e una breve descrizione del suo personaggio. Nel Ritorno dello Jedi, a David Prowse accadde qualcosa di simile, ma molto, molto peggio. Basti solo dire che lui non era assolutamente a conoscenza che Darth Vader sarebbe morto alla fine del film, né tantomeno che si sarebbe sacrificato per salvare suo figlio, né tantomeno che si sarebbe tolto la maschera... Capito lantifona? Insomma, stavano girando il film ai Leavadsen Studios vicino a Londra, quando un giorno un reporter di uno dei maggiori giornali londinesi gli chiede unintervista. Dopo aver parlato per un quarto dora di lui e della sua carriera, quello viene fuori e gli fa: "Lo sai che sarai fatto fuori nel film, vero?" Cosa?! Quello allora gli spiegò che avevano preso un altro attore, tale Sebastian Shaw, e che in quei giorni stavano girando le scene in un altro studio. Già... come dicevo allinizio, la faccia di Anakin Skywalker che si vede al termine del film non è quella di David Prowse. La scena della morte di Vader, una delle più drammatiche e intense della trilogia, fu girata nella più assoluta segretezza. Presenti, oltre ai due attori, Sebastain Shaw e Mark Hamill, vi erano solo George Lucas, il regista Richard Marquand e il personale minimo indispensabile per far funzionare il set. E così David Prowse fu beffato per la seconda volta. In una pagina del diario che aveva iniziato a scrivere ai tempi dellImpero Colpisce Ancora, a proposito di questa faccenda si legge: "The bastards. Theyve done it again" ("I bastardi. Lo hanno fatto di nuovo"). Ritorno con i piedi per Terra Il peggior rimpianto, e nel contempo la più grande recriminazione che, alla fine, David Prowse ha sempre mosso nei confronti della Lucasfilm e della 20th Century Fox, è di non aver mai dato abbastanza credito alla sua prestazione dattore. Daccordo, il ruolo di Darth Vader gli ha conferito una popolarità internazionale, pur essendo in un certo senso una celebrità distorta dallassoluto anonimato della sua persona. Ma è anche un dato di fatto che il Ritorno dello Jedi abbia segnato la fine della sua carriera cinematografica. Il suo curriculum infatti si ferma a quel 1983. In questi ultimi sedici anni, Prowse ha continuato a gestire la sua palestra a Londra, dove ha allenato anche personalità del calibro di Vanessa Redgrave e Daniel-Day Lewis e contemporaneamente ha girato qualche spot televisivo, svolto attività di solidarietà per la raccolta di fondi per la cura dellartrite di cui ha sofferto rischiando addirittura di perdere una gamba, e si è prestato per una campagna del Governo Britannico per la Sicurezza Stradale per oltre quattordici anni. Nel suo caccia Tie, Darth Vader non dimentica mai di allacciarsi le cinture... Io, Darth Vader In tempi relativamente recenti, Prowse ha indossato nuovamente i panni di Darth Vader per girare alcune sequenze per il computer game Star Wars: Rebel Assault II. In quelloccasione, ha affermato che una delle cose più emozionanti per lui, è stata rivedere il suo nome sulla traghetta del costume originale di Darth Vader. Ai tempi dell'uscita di Episodio I, forse in caccia di nuova popolarità, Prowse aveva rivendicato presso la stampa il diritto di vestire nuovamente i panni dell'Oscuro Signore nell'Episodio II e III, dopo il passagigo di Anakin al Lato Oscuro, ma la Lucasfilm ha sempre fatto orecchie da mercante. Del resto oramai il ruolo sembra assegnato a Hayden Christensen, per cui David, oggi sessantacinquenne, non può far altro che rassegnarsi e limitarsi a ricordare di quando fu lui Darth Vader... Ma che cosa pensa veramente David Prowse del suo Darth Vader? "Sono convinto", dice sempre quando qualche ammiratore gli chiede del suo personaggio, "sono davvero convinto che Darth Vader sarebbe dovuto rimanere malvagio fino in fondo. Il fatto che alla fine lui abbia voluto salvare suo figlio è stata una scelta completamente sbagliata. Non avrebbero mai dovuto ucciderlo". Poi, timidamente, con una punta di amarezza che potrebbe anche essere nostalgia, aggiunge: "Penso che avrei potuto farlo in qualche altro film ancora". Dopodiché non può sottrarsi allautografo di rito: "David Prowse IS Darth Vader".
Fonti principali: Internet Movie
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